L'oro dell'inferno by Eric Frattini

L'oro dell'inferno by Eric Frattini

autore:Eric Frattini
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Avventura
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2014-09-05T22:00:00+00:00


La residenza di San Girolamo era un edificio annesso alla chiesa di San Rocco. All’ingresso principale August intravide una targa di bronzo lucido che recitava: COMITATO DEI RIFUGIATI CROATI. Il giovane seminarista suonò il campanello e aspettò. Nel voltarsi per ammirare la parte posteriore di palazzo Borghese, scorse un uomo appostato dietro un angolo che sembrava sorvegliarlo.

Di colpo, sentì il rumore del portone che si apriva dietro di lui.

Un religioso, che indossava una lunga sottana e parlava italiano con un forte accento slavo, lo invitò a entrare. «Signor Lienart?»

«Sì, sono io.»

«La prego di alzare le mani. Dev’essere perquisito dal nostro servizio di sicurezza.»

August alzò le mani e le appoggiò contro una parete, mentre due uomini usciti dal nulla e armati di pistola iniziavano a perquisirlo dalle ascelle alle caviglie.

«È pulito», affermò uno di loro.

«Venga con me, per piacere», lo invitò il religioso che gli aveva aperto la porta.

I due salirono un’ampia scalinata fino al secondo piano del palazzo. Alla fine del corridoio si dischiudeva un salone rivestito di scaffali, dove si allineavano incunaboli etichettati sul dorso con un numero scritto col pennino. Un lungo tavolo ricoperto di carte e con in mezzo un crocefisso d’argento dominava l’ampio salone.

«Prego, signor Lienart. È un piacere averla tra noi», disse padre Draganović.

«Perquisite sempre i vostri ospiti?»

«Deve capirci, mio giovane Lienart, è una misura di sicurezza visti i tempi che corrono.»

«Mi faccia il piacere di non chiamarmi ’giovane’. Mi chiamo August Lienart.»

«D’accordo, signor Lienart. Mi scusi, ma a volte la gioventù non è una stagione della vita, bensì uno stato dello spirito.»

«Certo, padre Draganović, ma qualcuno ha detto che la gioventù è l’età dei sacrifici disinteressati, dell’assenza di egoismo, degli eccessi inutili. Magari aspetterò di arrivare alla sua età per sperimentare il contrario», ribatté August.

«A questo punto devo proprio chiederglielo: che cosa la porta qui?»

«La sua organizzazione.»

«La mia organizzazione? San Girolamo?»

«No. Il Corridoio vaticano.»

«Non capisco...» disse Draganović, a disagio.

«Sa bene a cosa mi riferisco e non vorrei perdere tempo. Il tempo è un grande maestro che aggiusta molte cose, ora però la sua organizzazione del Corridoio vaticano sta interferendo nelle operazioni di Odessa.»

«E come potrebbe interferire un organismo religioso tanto umile come il nostro al cospetto di una potente organizzazione come Odessa?»

«I nostri agenti si sono scontrati con agenti croati del Corridoio vaticano in varie operazioni di fuga, e questo non possiamo permetterlo», disse August con freddezza.

«Chi non può permetterlo?» ribatté Draganović. «E lei chi rappresenta? Chi crede di essere per venire in casa mia e parlarmi con quel tono?»

«Si calmi, padre. Stare all’erta salva la vita; giacere nella tranquillità significa morte. Io rappresento un’organizzazione molto potente e con orecchie ovunque, il cui braccio può arrivare ovunque uno si nasconda. Subito dopo il potere, non c’è niente di altrettanto eccelso che saperlo dominare: ecco quello che fa Odessa.»

«Ma io ho lavorato duramente per mantenere aperta e libera da occhi indiscreti quella via. E adesso voi pretendete che vi ceda la mia organizzazione e i miei itinerari. Se il controspionaggio americano scoprisse le vie di fuga, ciò potrebbe mettere in pericolo tutta la mia rete.



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